Film Il Postino
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Gerardo, la sua controfigura sul set del Postino: “Voleva finire le riprese a tutti i costi”

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La controfigura di Massimo Troisi racconta l’impegno dell’attore nel concludere il Postino, nonostante le sue condizioni di salute precarie

“Il Postino”, capolavoro diretto da Michael Radford, vede Massimo Troisi interpretare un portalettere che, nel corso del suo lavoro, incontra e stringe amicizia con il poeta cileno Pablo Neruda. Massimo Troisi soffriva già di gravi problemi cardiaci, che ne causarono la morte poche ore dopo la fine delle riprese il 4 giugno 1994. Nonostante questo, l’attore di San Giorgio a Cremano volle a tutti i costi finire il film, e per farlo si fece aiutare da una controfigura, Gerardo Ferrara, che in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno ricorda quel periodo e la tenacia di Troisi.

Film "Il Postino": la tenacia di Massimo Troisi

La controfigura ricorda: “Massimo voleva terminare quel film a tutti i costi, ci teneva moltissimo perché lo sentiva come qualcosa di diverso dal suo genere, perché il protagonista, Mario, era proprio lui, con il suo amore per la poesia e per la cultura”. “Negli ultimi giorni – aggiunge - era molto affaticato, un pomeriggio chiese di fermarsi perché non ce la faceva ad andare avanti. E ci fermammo tutti, per rispetto nei suoi confronti. Nessuno fiatava. Tutti a recitare sottovoce le preghierine per lui che aveva sempre una parola buona per tutti”.

La controfigura di Troisi nel Postino

Nonostante l’importanza del suo ruolo e le numerose scene girate, come quelle in cui il protagonista pedala per consegnare a Neruda la corrispondenza, Ferrara ci tiene a specificare che “il film è tutto di Massimo”. “ll mio premio Oscar - aggiunge ancora la controfigura - è stato poterlo affiancare, dargli il supporto di cui in quel momento aveva bisogno”. “A me Massimo Troisi ha cambiato l’esistenza – sottolinea Gerardo, che ha chiamato Massimo il suo primo figlio – sono ormai trascorsi quasi trent’anni da quando l’ho conosciuto e ancora oggi mi emoziona parlare di lui. Lui era una magia, un ragazzo di una bontà unica, generoso e mai scontroso, qualcosa che va al di là di ogni cognizione”.

Il ricordo di Gerardo Ferrara

Tra i cimeli che Gerardo custodisce di quel periodo ce n’è uno a cui tiene particolarmente: “Tanti ricordi, bellissimi, che tengo per me e la copia di scena del libro che il postino chiede a Neruda di autografargli, sul cui frontespizio Massimo mi scrisse: ‘A Gerardo, per la disponibilità, la pazienza e l’abnegazione con la quale ha reso più piacevole e meno faticoso il mio lavoro nel film Il Postino”.