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Attualità

Mobilità sostenibile: investire in tre obiettivi per un futuro green

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Ecco gli obiettivi prioritari da porre al centro degli investimenti da spingere nel Recovery Plan, nei prossimi dieci anni, per rilanciare la mobilità sostenibile in Italia secondo Legambiente

Recuperare i ritardi infrastrutturali nelle aree metropolitane; elettrificare le linee ferroviarie al Sud e potenziare le linee nazionali secondarie; completare il rinnovo e il potenziamento del parco circolante. Sono i tre obiettivi prioritari da porre al centro degli investimenti, da spingere nel Recovery Plan, nei prossimi dieci anni per rilanciare la mobilità sostenibile in Italia secondo Legambiente. Eccoli nel dettaglio: primo, recuperare i ritardi infrastrutturali nelle aree metropolitane. Se negli ultimi due anni nessun nuovo km di linee metro ha visto la luce, poco meglio si è fatto per i tram, con 5 km inaugurati nel 2019 e 5,5 nel 2018. La novità è che oggi le città dispongono di Piani Urbani della Mobilità Sostenibile (i Pums), che alcuni interventi sono stati programmati, altri in parte finanziati. Ora serve dare certezze a questa prospettiva e arrivare a realizzare i progetti prioritari riguardanti 146 km di linee metropolitane, 367 di tranvie e 70 di linee ferroviarie suburbane, da integrare fortemente con trasporto su gomma, sharing mobility e corsie ciclabili.

Interventi sulla rete

Serve poi elettrificare le linee ferroviarie al Sud e potenziare le linee nazionali secondarie. La situazione appare quanto mai urgente in Regioni come Sicilia e Sardegna, dove muoversi da una città all'altra può portare a viaggi di ore e a numerosi cambi obbligati anche per poche decine di km, ma anche in tante aree urbane dove esistono linee dal grande potenziale non completate o da potenziare. Investire su queste linee ferroviarie serve a rendere il treno competitivo nei confronti del trasporto su gomma, a migliorare i sistemi di sicurezza e ad aumentare la velocità. Come sulle linee adriatica, tirrenica e jonica e per i collegamenti con aree fuori dall'AV e con limitati collegamenti aerei, come Genova, il Friuli Venezia Giulia e tutto il Sud Italia, dove i fondi europei potrebbero essere convogliati per far circolare moderni treni a trazione elettrica e bimodali (diesel-elettrico).

Potenziare i mezzi

Infine, completare il rinnovo e il potenziamento del parco circolante. Sono 2.767 i treni regionali attualmente in circolazione, con un'età media nazionale scesa a 15,2 anni, ma che rimane ancora molto alta al Sud (19 anni), specie rispetto a quella dei convogli del Nord (11,7). Sta andando avanti il rinnovo del parco circolante, ma non basta, perché occorre aumentare anche il numero di convogli in circolazione, soprattutto nelle città e nelle ore di punta, prevedendo treni regionali nelle linee più frequentate di accesso alle metropolitane principali ogni 8-15 minuti, treni ogni 3-4 minuti sulle linee metropolitane, un potenziamento del servizio tram, con passaggi ogni 4 minuti in città come Roma, Napoli, Milano e Torino.