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Attualità

Sostenibilità: il ruolo chiave delle città nella lotta allo spreco alimentare

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Uno studio della Fondazione Cmcc analizza le iniziative mirate ad alleviare la povertà alimentare e l’esclusione sociale delle fasce più vulnerabili della popolazione

Un nuovo studio, realizzato con la collaborazione della Fondazione Cmcc (Centro euro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), mette in luce il ruolo decisivo delle città nella lotta agli sprechi alimentari e nel contribuire a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu. Prendendo in esame 40 città europee in 16 diversi Paesi, uno studio pubblicato sulla rivista Resources Special issue Food Loss and Waste: The Challenge of a Sustainable Management through a Circular Economy Perspective presenta una nuova metodologia per valutare le politiche e le iniziative delle città per la lotta allo spreco alimentare.

Le azioni messe in campo

Lo studio ha evidenziato la grande molteplicità di politiche e di attori coinvolti nella lotta allo spreco alimentare, uno specchio interessante, più in generale, delle azioni sul sistema alimentare: molte delle politiche implementate sono finalizzate a fornire informazioni corrette ai cittadini e ad accrescere la loro consapevolezza (campagne e azioni di sensibilizzazione), altre sono politiche basate su strumenti del mercato, come ad esempio incentivi fiscali, o politiche regolatorie, che stabiliscono degli obiettivi da raggiungere. Ci sono poi le cosiddette iniziative di nudging, interventi che vogliono andare, in maniera non coercitiva, a influenzare l’adozione di determinati comportamenti ritenuti di valore positivo per la società. L’analisi mette in luce anche come molte città (in Italia, Bari, Bologna, Milano, Torino, Genova, Venezia e Cremona, con iniziative sia pubbliche che private) stiano utilizzando la lotta allo spreco per andare ad alleviare la povertà alimentare e l’esclusione sociale delle fasce più vulnerabili della popolazione, per esempio attraverso sistemi di donazione delle eccedenze di cibo, o la creazione di nuove opportunità di lavoro nell’economia circolare.